Le festivita'

2 luglio Festa in onore della Madonna della Libera

Preparazione remota 
La festa più grande che si celebra in Santuario è quella del 2 luglio. La preparazione alla festa del 2 luglio inizia con la celebrazione dei SABATI MAGGIORI (i quindici sabati che precedono il 2 luglio), ai quali vengono invitate le comunità parrocchiali dei paesi limitrofi, il cui Parroco presiede l’Eucarestia e tiene l’omelia su di un tema prefissato, che sviluppa una particolare “Catechesi mariana”.   
 
Preparazione prossima (Triduo in onore della Madonna della Libera)
Nei giorni precedenti la celebrazione della Festa, in Santuario è previsto un triduo di preparazione. Il triduo è preceduto da un’antica e significativa consuetudine: il pomeriggio precedente il triduo, la Madonna viene portata nella Parrocchia di Cercemaggiore, dove sosta per essere venerata dal popolo; dopo la recita solenne del Rosario e della Santa Messa, il popolo cercese riporta, con una lunga e suggestiva “fiaccolata”, la Madonna nel suo Santuario. Al triduo sono invitati ad intervenire tutti i fedeli; ma – al fine di sensibilizzare le varie categorie di persone e far sentire loro la particolare predilezione della Madonna – le tre sere sono caratterizzate dalla presenza di alcune categorie: bambini, anziani, famiglie, militari, giovani, ammalati, fidanzati, genitori, associazioni, ecc. 
 
Il giorno della Festa
I festeggiamenti del 2 luglio in onore della Madonna della Libera prevedono un programma religioso ed un programma civile. Le ore della giornata sono scandite dai rintocchi2 luglio269 6933_hid delle campane del Santuario che chiamano a raccolta i fedeli per le celebrazioni liturgiche. Suggestiva la solenne processione che segue la messa vespertina e che si snoda per un percorso di circa 2 km. Numerosissimi i fedeli che prendono parte ad essa, tanto che la testa della fila arriva quasi a congiungersi con la coda e le ultime persone si dispongono in processione quando già i primi sono di ritorno. Il gran numero di fedeli è dovuto anche al fatto che  - nel 2002 - l’Unione dei Comuni della Valle del Tammaro, comprendente cinque Comuni viciniori, ha chiesto ed ottenuto il Patrocinio della Madonna sull’Unione. Preparata con grande attenzione, la processione è aperta dalle autorità religiose e civili, cui segue la statua della Madonna portata a spalla da donne che indossano i costumi tipici di ciascuno dei cinque paesi dell’Unione dei Comuni della Valle del Tammaro (particolare è la consuetudine secondo cui la statua della Madonna della Libera di Cercemaggiore sia portata a spalla unicamente da donneprocessione269 6982_hid). Dietro la statua e le portatrici si dispongono i fedeli. Preghiere, brani musicali e canti animano la processione, coprendo l’intero percorso per mezzo di un’accurata e pianificata amplificazione. Altrettanto efficace è il sistema di controllo dello svolgimento della processione, affidato ai cosiddetti “mazzieri” (nome derivante dai lunghi bastoni foderati, detti appunto “mazze”, utilizzati per comunicare a distanza per mezzo di appositi segnali). Al termine della processione ci si raccoglie nel piazzale antistante il Santuario, dove si recita la Supplica alla Beata Vergine della Libera e dove si assiste allo spettacolo dei fuochi pirotecnici, salutati dal caloroso e spontaneo applauso collettivo. La festa prosegue poi con il programma civile, che prevede l’intervento di personaggi del mondo dello spettacolo. L’esibizione si tiene sul palco allestito nel suggestivo scenario del Pianello. Come ormai da antica tradizione, sin dalle prime ore mattutine sul “Pianello”, proprio accanto al santuario, si riallestisce una fiera. Numerosi i commercianti ambulanti con le loro variegate mercanzie; le “barracche” (punti di ristoro appositamente montati per l’occasione e costituiti da una struttura di tendoni, al di sotto della quale tavoloni di legno sono disposti a formare tavoli e panche) propongono come specialità tipica baccalà e peperoni fritti; le giostre, per grandi e per piccoli, rallegrano l’atmosfera. La festa si conclude generalmente nelle tarde ore notturne. 

 
  
1 luglio - San Vincenzo Ferrer 
San Vincenzo Ferrer (Valencia, 1350 – Vannes, 1419), nato da una nobile famiglia spagnola, entrò nell’Ordine domenicano e si dedicò alacremente all’opera di predicazione, viaggiando instancabilmente per tutta l’Europa Occidentale. Fu particolarmente attivo per la pace e l’unità della Chiesa e predicò la conversione e la penitenza in attesa del Giudizio Universale. La sua data di culto è il 5 aprile, anniversario della sua morte, mentre l'Ordine domenicano lo ricorda il 5 maggio. A Cercemaggiore si festeggia tuttavia il 1° luglio – vigilia della grande festa della Madonna - e in tale data, fino ad alcuni anni addietro, veniva portata in processione la settecentesca statua lignea del Santo, pregevole opera dello scultore campobassano Paolo Saverio di Zinno, custodita nella nicchia della quarta cappella di sinistra del santuario domenicano. La pratica cessò principalmente per problemi di natura organizzativa. San Vincenzo Ferrer continua comunque ad essere uno dei Santi più noti e venerati nel santuario cercese. Dal 1919-20 fino al 1970 una sua statua in cemento era posta a coronamento della facciata della chiesa conventuale, segnalando visivamente l’importanza – per il popolo di Cerce – di questa figura accanto a quelle della Madonna della Libera e di San Domenico di Guzmàn. Le tre immagini sono accomunate anche – come si dirà – nella Croce di contrada Piana Altare. 
 
 
4 agosto - S. Domenico di Guzmàn
santoDSCF8225_hidDomenico di Guzmán (Calaruega, 1170 – Bologna, 6 agosto 1221) è il fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori. Il calendario romano festeggia il Santo l’8 agosto, ma a Cercemaggiore la festività solenne è celebrata il 4 agosto, data in cui tutta la comunità cercese, dopo le celebrazioni liturgiche della mattina, in santuario, si riversa sul parco del “Pianello”, dove si tiene una tradizionale fiera. La messa vespertina, invece, è seguita da una breve processione, che parte dal Santuario e si ferma ai piedi della croce posta in località Piana Altare. Qui, il sacerdote, con il reliquiario tra le mani, traccia il segno della croce in direzione dei quattro punti cardinali, la benedizione è diretta a tutte le campagne di Cercemaggiore; la processione torna quindi verso il santuario della Libera per la benedizione finale. 
 
 
La croce di Piana Altare è una croce in ferro con basamento in pietra. Sulla fronte del basamento è incisa l’iscrizione dedicatoria: S. ~ M. L. S. V. S. D. / A / DIVOZIONE / DE’ CERCESI / A. D. / MCMX / 1910, che può essere così sciolta: Santa Maria della Libera, San Vincenzo, San Domenico. a DEVOZIONE DEI CERCESI. ANNO DEL SIGNORE 1910 (l’anno è apposto in duplice forma, prima in numeri romani e poi in numeri arabi). L’iscrizione quindi testimonia: l’anno di fondazione (il 1910), i committenti (i cercesi) e i nomi dei tre Santi le cui immagini campeggiavano entro quadretti apposti sui bracci della croce (Santa Maria della Libera, San Vincenzo Ferrer e San Domenico di Guzmàn). Le tre immagini originali sono andate purtroppo perdute; tuttavia, il giorno 4 agosto 2010, nel ricordare il centenario della croce di Piana Altare, gli abitanti della contrada hanno voluto far riprodurre i tre quadretti, realizzati in ceramica, restituendo così la sua completezza a quello che è ormai da tempo il simbolo del luogo. 
 
3 febbraio - S. Biagio  
La festività di San Biagio cade il 3 febbraio, ricorrenza della sua decapitazione. Anche a Cercemaggiore il Santo viene religiosamente onorato in tale data, mentre i festeggiamenti civili sono spostati alla 2ª domenica dopo Pasqua. San Biagio, vissuto tra il III e IV secolo in Asia Minore, dove svolgeva l’attività di medico, si convertì al Cristianesimo e divenne vescovo di Sebaste (nell’attuale Turchia). Morì martire nel 316 sotto l’imperatore romano Licinio dopo essere stato sottoposto ad alcuni supplizi, tra i quali lo scorticamento per mezzo dei pettini di ferro, normalmente impiegati per cardare la lana ma su di lui utilizzati per straziarne le membra. Il pettine di ferro, suo strumento di tortura, è diventato così uno degli attributi iconografici del Santo, e lo troviamo infatti rappresentato anche in una tela del convento di Cercemaggiore, recentemente restaurata, che vede San Biagio ritratto assieme a Santa Lucia e alla Madonna della Libera. A conclusione delle Sante Messe del giorno 3 febbraio, molto accorsate anche se la festa cade in giorno feriale, come in altre chiese, ci sono due riti particolari: l’unzione della gola e la distribuzione della “pagnotta di San Biagio”; riti legati alla vita del Santo. San Biagio, avendo miracolosamente guarito un bambino nella cui gola si era conficcata una lisca di pesce, è diventato protettore di questa parte del corpo; la pratica di ungere la gola dei fedeli con olio benedetto al termine della celebrazione liturgica ha appunto lo scopo di invocare una particolare intercessione del Santo, a protezione contro tutti i mali della gola. Per quanto riguarda invece le “pagnotte di San Biagio”, si tratta di piccole forme tondeggianti di pane, del diametro di circa 6 cm e del peso di circa 30 gr. Dopo l’unzione della gola, nell’uscire dal Santuario, i fedeli prendono ciascuno una pagnotta dalle apposite ceste che le contengono. Tale usanza ricorda la distribuzione di cibo al popolo, ed in particolare ai poveri, da parte degli istituti religiosi, ma è anche una pratica legata alla stessa figura di San Biagio. Diversi episodi della vita del Santo, infatti, rimandano al pane: innanzitutto, nell’aiutare il bambino che stava soffocando a causa della lisca di pesce, San Biagio gli toccò la gola e gli fece ingoiare una mollica di pane, che portò via con sé la lisca di pesce; nel suo isolamento sul monte Argeo, il Santo fu nutrito da un corvo che gli portava quotidianamente un tozzo di pane; inoltre, durante la prigionia che ne precedette la morte, egli distribuì agli altri prigionieri le vivande che gli venivano offerte. La distribuzione della “pagnotta di San Biagio” nella festività a lui dedicata sembra voler quindi ricordare la vita del Santo e la sua generosità verso il prossimo. 
 
2ª domenica dopo Pasqua - Festa esterna di S. Biagio
Dato che il 3 febbraio cade in pieno inverno, la comunità di Cercemaggiore da sempre ha  celebrato la festa esterna del Santo nella 2.a domenica dopo Pasqua. Questa festa, in passato, era caratterizzata da una grande fiera – la “Fiera di San Biagio” –, nella quale erano presenti molti capi di bestiame, cui era rivolta una particolare benedizione. San Biagio, infatti, oltre ad essere il protettore della gola, è anche il protettore degli animali domestici (e per estensione delle bestie feroci). La storia della sua vita è piena di riferimenti agli animali: il Santo ammansì un lupo colpevole di aver rubato un maialino e lo convinse a restituire la sua preda alla donna che ne era la legittima proprietaria; egli visse sul monte Argeo curando e ammansendo bestie feroci e, durante questo periodo di isolamento, un corvo gli portava quotidianamente un tozzo di pane; arrestato e condotto in città, si narra che al suo passaggio la natura si fermò e gli uccelli tacquero. Oggi la fiera di San Biagio a Cercemaggiore è ancora ricca di venditori ambulanti, mentre non si vede più il bestiame, che era in precedenza una peculiarità della festa. 
 
Maggio - Mese dedicato a Maria 
Come è naturale – per un Santuario dedicato alla Madonna – il Mese di maggio è una grande occasione per celebrare le lodi di Maria, per ritrovarsi intorno a Lei e per mettersi in ascolto della Parola di Suo Figlio Gesù. Data la vastità del territorio e le numerose ‘Contrade’ di Cercemaggiore, al fine di offrire a tutti la possibilità di “stare con la Madonna” e di esprimere a Maria la propria filiale devozione, da tempo la celebrazione del Mese di maggio è stata così organizzata: ad ogni contrada viene affidata l’animazione liturgica di un giorno del mese di maggio. I partecipanti della Contrada si danno appuntamento sul ‘Pianello’, da dove partono e in processione entrano in Santuario, accolti dai fedeli presenti; in Santuario la Contrada provvede  alla recita solenne del Santo Rosario e all’animazione della Santa Messa, provvedendo alle letture, la preghiera dei fedeli e all’organizzazione dell’Offertorio. A conclusione, un rappresentante della Contrada legge a nome di tutti l’Atto di affidamento a Maria. La celebrazione di chiusura del mese mariano, che prevede la partecipazione di tutti i fedeli di Cercemaggiore, è riservata al ringraziamento e alla Consacrazione a Maria. In genere il 30 maggio, viene riservato alle Associazioni presenti sul territorio, tra le quali il Gruppo Santa Maria della Libera e il Coro Santa Maria della Libera, che proprio dal santuario prendono il loro nome.  
 
 
 


BIBLIOGRAFIA: Aa. Vv., Bibliotheca Sanctorum, Roma, Città Nuova Editrice, ristampa 1990, pp. 158-170, 543-566 e 692-734; Angela Di Niro, Biagio, il santo della gola, in «Millemetri», a. IX, n. 2, Ripalimosani (CB), Arti Grafiche La Regione, marzo-aprile 2007, pp. 15-17; Michele Miele, La Chiesa e il Convento di S. Maria della Libera di Cercemaggiore (CB), Napoli, Tipografia Laurenziana, 1980, pp. 65-66; Franco Petraroia, La fiera del convento, in «Millemetri», n. 3, Ripalimosani (CB), Arti Grafiche La Regione, maggio-giugno 2010, pp. 12-13; Franco Zappone, La festa di ieri e quella di oggi, in «Millemetri», a. III, n. 4, Ripalimosani (CB), Arti Grafiche La Regione, agosto 2001, pp. 30-31; Valentina Marino, Il centenario della croce di Piana Altare, in «Millemetri», n. 4-5, Ripalimosani (CB), Arti Grafiche La Regione, luglio-agosto 2010 settembre-ottobre 2010, pp. 28-30.